Dietro la Verità nei giorni del COVID

Si dice che siamo nell’era della post verità. Questo vuole dire che un fatto non è vero in quanto tale, ma acquista una sua realtà nel momento in cui viene raccontato. Una storia falsa, ripetutamente ben raccontata diventa verità. Quindi oggi è la comunicazione a decidere ciò che deve essere vero e ciò che è falso.  Il buon comunicatore, agli occhi di una massa resa cieca dal terrore quotidiano, diventa un Messia dei nostri giorni. Egli è: Verità e Luce!

Il presidente De Luca è un ottimo comunicatore. In questo periodo tragico è riuscito spesso a farmi sorridere e anche ridere. Rispetto al presidente del consiglio e al leader della sua opposizione, in un periodo così triste, almeno è un merito.

Il problema però è che De Luca non è Crozza, ma il presidente di una regione in cui la sanità è stata smantellata nel nome di un pareggio di bilancio, che la politica ha creato ed il popolo ha pagato e paga sulla propria pelle. Sappiamo tutti che dalle nostre parti si vive circa un anno e mezzo meno che nel resto d’Italia, per le disuguaglianze sociali, le non risposte date ai determinanti sociali di salute, e per la sanità negata. Nonostante il grande comunicatore, con i conti in regola, ci dica il contrario.

Ora però il presidente, forse giustamente distratto dall’emergenza, dimentico di quella storia, ce ne racconta un’altra. Ci racconta che ci ha salvato dal Coronavirus. Perché ha creato in tempi brevi posti letti e recuperato attrezzature e personale sanitario, che il suo, e i governi regionali precedenti di ogni colore avevano fatto sparire. Soprattutto può vantarsi, e qui dico a giusta ragione, che è riuscito ad imporre, ad un popolo come il nostro, di starsi quieto a casa. Il distanziamento sociale ha evitato una strage.  Senza il distanziamento sociale i morti si sarebbero contati a migliaia … ma anche se non avessimo avuto fortuna o se San Gennaro non c’avesse messo la mano sua.

Perché il presidente non ha fatto null’altro per contenere il contagio. Questa verità, ogni giorno di più è sotto gli occhi di tutti. Non vale solo per la Campania. Vale per tutta la nazione. Il popolo sta pagando l’incapacità della politica, prima a prevenire un’epidemia che tutti sapevano sarebbe arrivata (se non il COVID un’altra, e questo virus non è nemmeno dei più letali), e poi a contenerla. Sta pagando in morti ancora oggi di COVID e in sofferenze per una crisi economica senza precedenti legata all’inevitabilità del “chiudere tutto!”. Pagherà con ulteriori morti future conseguenti alla deprivazione sociale. Intanto si comincia a vedere chi si sta arricchendo alle spalle di tutti!

Durante questa settimana ho redatto decine e decine di certificati che, semplificando, chiameremo per il ritorno al lavoro, per le prossime riaperture. Ne ho ascoltate di storie … e la voglia di sorridere credo mi passerà per molto. Quello che più mi ha angosciato, al di la delle storie personali, è l’ aver verificato in tanti la collettiva anestesia della ragione. L’idea della rassegnata ineluttabilità degli eventi, delle decisioni dei potenti, delle perdite attuali, e future, di libertà individuali. L’accettazione dell’idea che è nell’altro, chiunque inteso come diverso da sé, la causa del danno. Ho ascoltato donne e anziani dire accoratamente e sinceramente convinti: << E’ colpa nostra! Siamo scostumati, egoisti, siamo un popoli di m…>>. Penso e talvolta dico loro: << Cornuto e mazziato!>>.        

Non possiamo permetterci di farci trovare impreparati una seconda volta. Non potremo rispondere ad un nuova ondata epidemica, che tutti sappiamo, al di là degli scongiuri, ci arriverà addosso in autunno, con un’altra serrata generalizzata.

Il presidente De Luca non ha risposto al nostro documento. Forse pensa che ci stanchiamo. Forse non ha capito che non stiamo facendo una sterile battaglia politica sotto una qualche bandiera. Vogliamo essere cittadini e non sudditi. Vogliamo dire la nostra, e pretendiamo che ci si dia retta, su una questione che non è un argomento da salotto, ma una questione di vita e di morte.   

Il 15 maggio Il Comitato di crisi per il COVID della Regione Campania ha diffuso un documento intitolato “Assistenza domiciliare nel paziente sospetto/affetto da COVID 19”. Leggo con sorpresa che rappresentanti di due delle istituzioni più prestigiose della Medicina Generale, il sindacato FIMMG e la società culturale SIMG, lo hanno avallato. C’è tanto da provare a vedere dietro la VERITA’ per decreto.Protocollo operativo assistenza domiciliare COVID 15 maggio

Ho scritto nuovamente a De Luca. Potreste farlo anche voi. Chi sa, qualche curiosità magari gli viene. L’indirizzo è    presidente.deluca@regione.campania.it.  

“Caro Presidente, si dice che domandare è lecito, rispondere è cortesia. Ella ha ritenuto non dovere dare risposta a 1350 cittadini che, in maniera non pretestuosa e non ideologica, senza altro fine se non quello di proporre una strategia di buon senso sul territorio per gestire una possibile altra grande crisi sanitaria da COVID. Che dire? Ne ha di certo facoltà, forse, ci consenta, non il diritto. Comunque leggiamo con attenzione il documento dell’Unità di Crisi Regionale del 15 maggio: Protocollo operativo assistenza domiciliare sospetto/affetto Covid 19. Vi ritroviamo con moderata soddisfazione alcune delle idee proposte nel documento che riproponiamo alla sua attenzione. Vi ritroviamo, però, soprattutto il permanere di tantissime criticità dettate da percorsi teorici che drammaticamente rischiano di fallire alla prova dei fatti e creare situazioni drammatiche per i medici di famiglia e i pazienti che assistono. Rimane la sensazione forte che a pianificare e a decidere siano persone che non hanno reale conoscenza di quello che in questi mesi è avvenuto realmente sul territorio. La speranza è l’ultima a morire, noi ci riproviamo. Napoli 16 maggio.  Dr. Ciro Brancati  

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