Ricordiamoci perché è Natale e buona festa!

Ogni anno di questi giorni cade la ricorrenza della nascita di un povero cristo in una stalla di Betlemme in una Palestina occupata dai Romani all’incirca ai tempi di Augusto Imperatore. 

Oggi Betlemme non se la passa meglio. E’ sempre una città palestinese, ma capitale di un governatorato in uno Stato che, nei fatti, ancora non esiste, terra di scontro di interessi imperialisti. Abitata da tantissimi poveri cristi, come allora, uguali a milioni di altri poveri cristi sparsi in tutto il mondo, anche oggi.

Questo bimbo la tradizione vuole si chiamasse Gesù, in aramaico Yeshua, forse vuole dire salvezza. Non ci sono documenti certi sulla sua nascita, sulla sua vita, sulla sua morte e, difficile e bellissimo a crederci, sulla sua resurrezione. 

 Eppure intorno a Lui, su di Lui, un tale Paolo di Tarso ci ha costruito una religione che è stata fondamenta morale e culturale per lo sviluppo della civiltà occidentale negli ultimi 2000 anni, e questo è certo. Di questo Gesù si racconta che facesse miracoli. Oggi li etichetteremmo frutto di isteria collettiva. L’ idea è che i miracoli li fanno solo i signori dell’economia (friggono il pesce con l’acqua), gli uomini di scienza ma non troppo (sconfiggono la vecchiaia e la morte e “appileranno” il buco nell’ozono), gli uomini politici eccezionali ed immortali (loro si attraversano il mare senza necessità di ponti, camminando sull’acqua), Maradona ( lo scudetto al Napoli).

Soprattutto si tramanda che predicasse, in un mondo in cui valeva la legge del più forte, in un mondo di schiavi, in un mondo in cui nascere dalla parte sbagliata significava vivere senza speranza:  << Beati i poveri di spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno vi perseguiteranno, e, mentendo, diranno ogni   sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa dei cieli … Nessuno può servire due padroni…  Non potete servire Dio e la ricchezza. … Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma o ruggine consumano e dove ladri non scassinano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore. … Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano. Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. … Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare: Sì, sì, No, no… Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il  giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. … State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro… Quando fate l’elemosina, non suonate le trombe, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dalla gente…  … Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli infermi. Infatti se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete?…  E se date il saluto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? …>>.

In sintesi predicava amore, imponeva il rispetto dell’altro, donava Speranza. Grandezza ‘e DDio!  

Si racconta che queste ed altre cose Gesù le avesse dette alla gente raccoltasi ad ascoltarlo  ai piedi di una montagna. Su di una montagna dove si dice “l’hanno miso ‘ncroce!”.

Vero, falso? Chi se ne frega! Vero è che per quei racconti, quell’insieme di Vangeli, buone notizie, per quegli insegnamenti, c’è un prima e un dopo nella storia del mondo.     

Io non sono un credente, ma vorrei esserlo. Queste storie di questo povero grande Cristo, che sia esistito o meno, mi hanno accompagnato e guidato nel corso della vita. Credo però che tutti abbiano il diritto di sperare nella felicità. Questo Gesù dà sostanza alla mia speranza: se non in un mondo felice per tutti, almeno in un mondo in cui tutti possano sperare di essere felici.

Allora ecco il mio augurio, che tutti possiate avere il diritto di sperare, almeno una volta all’anno, che possiate comprendere che la felicità non passa dal comprare, ma dal donare; che festeggiare quella Natalità significa aver capito il senso di quella favola, certo favola solo per chi non ha il dono della fede, che si racconta da duemila anni: un bimbo è venuto in terra per insegnarci che è l’amare senza condizioni quell’ agito che ti porta a sperare di potere essere felice oggi o domani.  A me Natale piace così!

Buon compleanno Gesù, uomo del sud. Che figlio ‘e Dio si stato! 

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