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“La Storia siamo noi” il titolo di una canzone bellissima di Francesco De Gregori il cui testo andrebbe letto e commentato a scuola quando, aprendo il sussidiario (si chiamerà ancora così?), la maestra o il maestro per la prima volta inizierà il racconto del cammino dell’Umanità verso il futuro.
“… attenzione nessuno si senta escluso.” Già, nessuno si senta escluso. Nessuno a quella età dovrebbe sentirsi escluso… né escludere. Si può, si deve, insegnare ai nostri bambini che si è parte di un tutto, fatto di persone, tutte diverse, che insieme formano la Società, un Bene Comune. Persone le cui vite sono storie, che a volte si intrecciano, che comunque sono parte di un racconto più grande: La Storia. Di un quartiere, di una città, di una nazione, di una civiltà. Sarà così? Sarà stato così? Quanti ragazzini si saranno sentiti parte di un tutto o, al contrario, si saranno sentiti esclusi, si saranno esclusi o saranno stati esclusi anche dal “diritto alla Felicità”?
La storia, continua De Gregori, è fatta da “… Quelli che hanno letto un milione di libri /e quelli che non sanno nemmeno parlare/ed è per questo che la storia dà i brividi…”.
A Fuorigrotta esiste una scuola elementare la “Giacomo Leopardi”, la più antica del quartiere. La sua storia potrebbe raccontare oltre 100 anni di vita del territorio flegreo, le sue trasformazioni. Da villaggio agricolo e salubre zona termale e turistica, a polo industriale, a oggi, “laboratorio” di progetti che dovrebbero essere finalizzati a dare un futuro almeno dignitoso alla gente del quartiere. Futuro che non può che passare attraverso un risanamento ambientale e culturale non più procrastinabile; che non dovrebbe divenire terra di conquista di gruppi imprenditoriali che perseguono esclusivamente il profitto calpestando diritti, e/o campo di battaglia per gruppi camorristici o di malaffare sempre presenti, e tollerati, laddove ci sono grandi quantità di danaro in gioco. Ad oggi, al di là delle chiacchiere, questo è il futuro, distopico, che va delineandosi.
Solo un popolo che abbia conoscenza e consapevolezza dei propri diritti, può cambiare il corso degli eventi, che sempre sono la conseguenza di tante piccole scelte personali. Nessuno si senta escluso: dalla possibilità di incidere e dalla responsabilità di non farlo. Solo un popolo che si riappropri del Bene Comune, non consegnandolo nelle mani di nuovi invasori può impedire “ l’ altrimenti inevitabile”. Ma si combatte per un Bene che si sente proprio. Quindi è importante lavorare sul Senso di Appartenenza, che non può prescindere da un lavoro sulla memoria. Chi eravamo, chi siamo, dove andavamo, dove andiamo, quando e dove ci siamo persi, se ci siamo persi … . La relativizzazione morale, culturale, ideologica e finanche religiosa è l’arma principale del potere è un virus che provoca un “Alzheimer sociale”, perdita della memoria. Un popolo senza memoria è una pianta senza radici, facile da spazzare via, difficile che possa svilupparsi oltre un certo limite.
La scuola Leopardi, oggi 39° Circolo Didattico Statale, la più antica di Fuorigrotta, conserva nei suoi archivi i documenti scolastici di generazioni di cittadini. Quell’ elenco di nomi, divisi per classi, sezioni, pagelle, verbali, sono “reperti storici” sui quali si può provare a ragionare, per esempio, sui cambiamenti che la scuola italiana ha avuto nel corso di oltre un secolo. Quelle carte però non danno i “brividi”. Non raccontano storie. Emozioni, successi e insuccessi, gioie e dolori. I brividi li danno le storie vere, raccontate da chi di quegli elenchi fa parte, quelle sezioni le ha riempite, quelle aule le ha vissute, anno dopo anno. Quelle storie vogliamo cercare, per ricostruire attraverso la memoria, il senso di appartenenza ad un Bene Comune e la speranza, che è sempre figlia di un agito, di un futuro nel rispetto della dignità delle persone e dell’ambiente in cui queste vivono.